Tra le danze orientali una delle più scenografiche e che richiamano antichi rituali è la danza che appartiene al Sufismo.
Come racconta la danzatrice, Francesca Ferah dalla Bernardina, c’è un solo modo per eseguire la danza rotante che appartiene al Sufismo senza perdere l’equilibrio. “Rimanere concentrate”. Unire meditazione e bilanciamento, come questa pratica dalle origini antiche richiede, necessita di un perfetto autocontrollo ed equilibrio è fatto abbastanza noto. In questo senso i Dervisci rotanti ne sono una conferma.
Splendidi anche gli abiti indossati da Francesca, che derivano dalla tradizioni diverse. Il primo, bianco e semplice appartiene alla cultura turca. Il secondo, di un rosso passionale e leggero, proviene invece da quella iraniana.
“La danza dei dervisci rotanti rappresenta un’esperienza di risveglio interiore – spiega Francesca Ferah- Mentre si danza fuori tutto si muove, ma dentro, attraverso un profondo contatto con se stessi e con le proprie emozioni si prova la sensazione di avere delle radici ma nello stesso tempo di volare. Suoni meditativi e armonici accompagneranno la danza e noi stessi in questo affascinante mondo e viaggio interiore.
Qualcosa di più su Francesca Ferah dalla Bernardina
FERAH apprende la meditazione dei dervisci rotanti a Istanbul grazie all’incontro con il Sufi Master, musicoterapeuta, etnomusicologo, compositore e poeta, il Dr. Rahmi Orüç Güvenç, scomparso a Istanbul il 5 luglio 2017. Educato al sufismo e onorato con il titolo di shaikh (anziano) in diverse comunità sufi, ha riscoperto la musica tradizionale dell’Anatolia e rivalorizzato, dopo secoli di oblio, le sue proprietà terapeutiche. Nel 1975 ha fondato TUMATA (Gruppo per la ricerca e per la promozione della musica turca) ed è iniziata la ricerca delle origini e delle proprietà curative della musica dell’Asia Centrale. In oltre 40 anni di lavoro instancabile il Maestro Sufi Güvenç ha riunito in seminari, viaggi e concerti persone, culture, discipline accademiche, religioni e cuori. Il Maestro ha usato spesso l’immagine della “carovana”: la carovana di musicisti, di ricercatori e danzatori continua a vivere nel mondo con la forza della musica, delle canzoni della steppa, della danza degli sciamani e dei dervisci, della poesia mistica di Rumi e delle sacre canzoni (Ilahiler) dei Sufi. Anche Ferah è parte di questa carovana, ed ha scelto di far rivivere la tradizione Sufi nel nostro Paese.
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